Lavori

Microtunnelling a Castelnuovo - 2002

Il progetto consiste nella realizzazione di un collettore fognario in gres DN 400 della lunghezza di 1500 m con la tecnica del microtunnelling. Trattasi di posa a spinta in sotterraneo di tubazioni in modo continuo e completamente automatico senza scavi a cielo aperto e senza l'accesso diretto dell'uomo sul fronte dello scavo. Una testa d'avanzamento a ruota fresante (microtunneller) viene spinta nel terreno tramite la stessa tubazione che si vuole posare. La posizione del microtunneller è controllata attraverso una sorgente laser che colpisce una mira fotosensibile solidale alla testa fresante la cui posizione plano-altimetrica può essere corretta da un operatore esterno durante la perforazione.
Il microtunnelling necessita di pozzi di spinta e di arrivo, i primi per la partenza della fresa e per l'alloggio dell'attrezzatura di spinta, i secondi per il recupero della fresa stessa il cui ingombro detta le dimensioni interne necessarie (4x2 m o 3,2 m di diametro e 3x2 m o 2,5 m di diametro).

Il progetto è stato fatto predisporre dal Comune di Castelnuovo del Garda in modo da far confluire la rete di Castelnuovo-Sandrà e parte di quella di Cavalcaselle, oltre che le nuove aree di urbanizzazione previste dal PRG comunale, ad un impianto di sollevamento posto a sud della ferrovia e da qui, con una condotta in pressione, alla località Zuccotti e quindi, a caduta, al pozzetto in Camalavicina dal quale parte il collegamento con il collettore AGS.
La scelta progettuale del microtunnelling è scaturita da una serie di considerazioni e problematiche legate all'orografia, alla geologia ed a particolari caratteristiche del territorio oggetto dell'intervento che hanno evidenziato la sconvenienza, se non l'impossibilità di esecuzione in alcuni tratti, della posa tradizionale di tubazioni con scavo a cielo aperto.
Le profondità utili, necessarie per la funzionalità dell'opera, fino ad oltre 9 m dal piano campagna, hanno consentito di:
- eliminare gli impianti di sollevamento di via Solferino, via Montini e via Ferrari, oltre che evitarne altri che si sarebbero resi necessari per nuove aree di urbanizzazione;
- garantire lo smaltimento delle acque nere prodotte da una parte della popolazione comunale, circa 8.000 abitanti equivalenti;
- intercettare il collettore ora diretto al depuratore di Castelnuovo;
- razionalizzare le reti fognarie di castelnuovo-sud e di Cavalcaselle;
- raccogliere le future urbanizzazioni;
- posare le condotte sotto falda a -2 m;
- sottopassare un torrente (Rio Bisavola) e la linea ferroviaria Milano-Venezia;
- costeggiare per un lungo tratto e sottopassare la strada statale 11, di grande traffico;
- evitare onerosi spostamenti di sottoservizi interferenti.

I limitati ingombri di cantiere ed il loro posizionamento sulle banchine delle sedi stradali hanno consentito di:
- creare il minimo disturbo alla viabilità;
- operare in condizioni ottimali di sicurezza;

La progettazione esecutiva è stata preceduta da un'indagine geofisica integrata del sottosuolo. Dalle prospezioni geoelettriche, integrate con i dati ottenuti dai sondaggi geognostici, si è ricostruito in maniera verosimile il profilo litostratigrafico e sono state ridotte le lunghezze di quelle tratte (variabili da un minimo di 40 m ad un massimo di 100 m) interessanti il sottosuolo maggiormente addensato. Si è, poi, scelto il sistema d'avanzamento di tipo idraulico, prevedendo di operare sotto falda (nell'avanzamento la fresa disgrega il materiale i cui detriti sono portati in superficie da un circuito chiuso a circolazione d'acqua o fanghi bentonitici).

La tubazione ritenuta più idonea è stata quella di gres, dato che il sottosuolo di Castelnuovo è noto per il rapido deterioramento delle condotte metalliche per fenomeni elettrici (correnti vaganti). Inoltre, il tubo di gres presenta elevata resistenza chimica ed all'abrasione, adattabilità agli assestamenti del terreno di posa, affidabile tenuta idraulica e velocità di autopulizia. La condotta messa in opera di diametro DN 400 mm è in grado di smaltire con la pendenza di progetto dello 0,3% una portata (con grado di riempimento 50%) di oltre 60 l/s, corrispondenti alle acque nere di una popolazione di circa 20.000 abitanti equivalenti.

Nella fase preliminare di affondamento dei pozzi, avendo riscontrato la presenza nel sottosuolo di trovanti anche di grosse dimensioni, si è optato per l'utilizzo di una testa fresante da roccia, più lenta di quella per sabbie e ghiaie, ma più sicura potendo frantumare inerti di qualsiasi dimensione.
La produzione media giornaliera di posa della condotta è stata di circa 10 m, con punte di 14 m nell'attraversare terreni argilloso/sabbiosi.

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